delirio

Ha piovuto incessantemente per ore ma, tornato il sole, l'afa si è fatta nuovamente sentire perciò la sera tutti fuori a passeggiare lungo il mare. Ed ora Luigi  è nel lettone della mamma, con amici e parenti che gli gironzolano attorno, preoccupati.

La febbre alta lo porta da una eccessiva sonnolenza al delirio più sfrenato. La realtà s'impasta con i sogni, il presente con il passato.
Le ombre sul grande specchio dell'armadio posto di fronte al letto prendono forma.

La sua vecchia nonna, tutta vestita di nero,  depone sul suo letto una manciata di carboni ardenti mentre una donnetta piccola piccola con un ventaglio grande grande ne fomenta il fuoco. Le fiamme salgono e lo avvolgono. Luigi strilla. E' terrorizzato, tira a sé coperte e lenzuola per salvarle dal fuoco.


Suo padre gli è accanto, dorme profondamente attorniato da una folla di ragazzini che gli saltano intorno. Luigi sente il letto traballare, inclinarsi, sta per cadere, si aggrappa disperato al cuscino bagnato di sudore.
Il suo respiro si fa sempre più affannoso, sbarra gli occhi e fissa un punto lontano. Il punto gli va furiosamente incontro,  seguito da quattro cavalli bianchi recalcitranti, un carro funebre e una fila di bambine dai visi scheletrici vestite di grigio.

Una lugubre musica gli martella il cervello, trema di orrore, poi tutto diventa buio e freddo intorno a lui.

Trombe e tromboni tacciono, sente solo il cozzare di due lame, due vecchi pirati ubriachi duellano sul suo letto e Luigi ride, ride, ride.

Spossato si abbandona sui cuscini e chiude gli occhi. Chi gli è intorno si scambiano sguardi silenziosi: finalmente Luigi riposa!

Ma Luigi non può riposare, un mobile bar con radio incorporata incomincia a sobbalzare ai suoi piedi: le bottiglie di liquore tintinnano, alcune rotolano per terra frantumandosi in mille pezzi che mandano bagliori accecanti; la radio gracchia, ronza, sibila, fischia, un fischio prolungato, acuto, assordante ed un foglio di carta bianca gli svolazza sotto il naso solleticandolo. E Luigi riprende a ridere, di un riso grottesco, diabolico che trasforma il bel faccino in una maschera terrificante.

Sua madre lo accarezza piangendo e Luigi strilla, un nodoso bastone lo colpisce. Non riesce a inghiottire un pezzo di baccalà e tossisce. Tossisce tra le braccia della madre che gli asciuga il viso imperlato di sudore.

Povero piccolo! la sua sofferenza raggiunge l'apice quando mille aghi muovendosi veloci trafiggono il suo corpo trasformandolo in colorati arabeschi. Il suo cuore si ferma per un attimo, poi riprende il suo battito regolare perché Luigi possa riposare.

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