cinque euro

Sono fermo, all'incrocio di due viali, appoggiato al mio bastone, e godo del tepore primaverile dopo tanti mesi di nebbia e di pioggia.

Sul marciapiede di fronte un gruppo di ragazzini parlano ad alta voce e ridendo si spintonano l'un l'altro.

La vista mi si annebbia, mi stropiccio gli occhi con il fazzoletto bianco che estraggo dalla tasca del cappotto facendo cadere per terra la nota della spesa che mia moglie mi ha dato.

Un biondino, mingherlino, con i pantaloni alla zuava è seduto per terra insieme ad altri cinque ragazzi e commenta l'indiavolata partita di calcio appena vinta.
Un vecchietto, col cappotto sdrucito e le scarpe che parlano, gli passa accanto.
Si poggia, zoppicante, ad un bastone ricavato da un ramo secco e mentre estrae dalla tasca uno straccio grigio perde qualcosa che si adagia mollemente sul marciapiede. Non si volta a guardare e continua il suo cammino stropicciandosi gli occhi.
Cinque euro ondeggia sul marciapiede, sospinto dal soffio lieve del vento.
Il biondino li raccoglie, li guarda esitante, poi guarda il vecchio che va curvo appoggiato al suo nodoso bastone.
- Signore! - lo chiama ma il vecchio continua il suo cammino
- Signore! Signore! - e lo rincorre - Ha perduto questo! - e gli tende i cinque euro.

Il vecchietto lo guarda, gli sorride e con mano tremante lo accarezza.

Ora , sul marciapiede, guardando quel gruppo di ragazzini che parlano ad alta voce e ridendo si spintonano l'un l'altro, sento sul mio viso la carezza di una mano callosa.

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